Il talento di mr. Ripley - Patricia Highsmith

Il telento di mr. Ripley
Paticia Highsmith
Indugiavo sulla decisione di scrivere o meno una mio parere su Il talento di mr. Ripley della Highsmith in quanto non mi sembrava di poter aggiungere altro ai molteplici pareri che ha suscitato, soprattutto dopo la realizzazione del film ad esso ispirato. Ma l'impressione, positiva oltre ogni mia aspettativa, mi a ha spinto a esternare qualche pensiero. Come già dicevo ha ispirato un film che ha riscosso un certo successo, ma che personalmente ho trovato più debole rispetto al romanzo, sebbene ben interpretato. Non sono avvezzo alla lettura di gialli e noir, ma spero, senza presunzione,  di poterne riconoscere il valore quando me ne capita, e dal basso della mia competenza sono felice di aver scoperto solo ora il principio di una serie, quella dedicata  mr. Ripley appunto, che ha attirato completamente la mia attenzione e che sono ansioso di poter continuare. Questo primo capitolo presenta una trama ben architettata, che inganna il lettore presentando inizialmente un contesto pacato, placido, che scivola anche nel bucolico nei primi capitoli. La suspanse ha un'improvvisa impennata dopo il primo quarto, e da quel momento in poi si è intrappolati in una lettura di cui non si può più fare a meno. I colpi di scena sono ben equilibrati e organizzati tanto da mozzare il fiato al momento appropriato. Come ogni buon noir, la prosa è asciutta, non si perde in inutili descrizioni o introspezioni, anche se il profilo psicologico dei personaggi, il protagonista su tutti, viene ben delineato. Un romanzo che credo non abbia nessuna pretesa moralistica, ma che dona un interessante e alternativo punto di osservazione. Nell'atavica contrapposizione fra bene e male, in questo romanzo i confini fra i due vengono sfumati, si perdono nel dubbio che le azioni non siano completamente errate, e in tale contesto il vecchio adagio "il crimine non paga" viene meno.

La bellezza delle cose fragili - Tayie Selasi

Quando si parla di Tayie Selasi non posso fare a meno di pensare ad un'artista eclettica, versatile, che con i suoi lavori comunica sensazioni e realtà da un personale, e singolare, punto di vista. Ho notato nel web Tayie Selasi quando ancora non intuivo che avrebbe scritto un libro (e che libro!). Il suo sito come rappresentanza, e twitter come social network, sono le sue finestre per comunicare con il mondo. Non potevo rimanere insensibile a tanta sublime bellezza scaturita dagli scatti fotografici che catturano un momento della giornata o una cromia o un intimo sentimento. E da affezionato e modesto amatore non potevo restare indifferente difronte ad una nuova proposta, in questo caso letteraria, che Tayie Selasi  ci offre.

"Tutte le famiglie felici sono simili, ma ogni famiglia infelice è infelice a modo suo" è il noto incipit di Anna Karenina e posso serenamente affermare che si adatta bene al nucleo de La bellezza delle cose fragili, il cui titolo originale è Ghana must go, dal movimento di espulsione in atto nel 1983, ma che nella traduzione viene completamente modificato a causa dell'impossibilità nel rendere il gioco dei tempi verbali . L'ambientazione, ad un lettore superficiale, potrebbe lasciar intendere che si parlerà di tematiche legate al mondo africano, ma la cultura Ghanese, con le sue tradizioni, contaminazioni, superstizioni, è solo lo sfondo, e non la protagonista, del romanzo, e contribuisce, insieme alla prosa colta e originale della neo scrittrice, a caratterizzare l'intera opera. Il tema razzismo c'è, presente, inevitabile, malgrado la volontà individuale di vederlo finalmente finito, concluso, perché quando si parla di colori diversi (come se la varietà epidermica non fosse, come in realtà è, sinonimo di bellezza) il razzismo si impone come una malattia, una piaga putrescente che contagia i più ottusi, e che è il sassolino causa della valanga che si abbatte sulla famiglia Sai. La trama,  che parte dalla morte di uno dei componenti della famiglia in questione e che fa da perno attorno a cui si dipana la storia, è centellinata in piccoli frammenti che mano a mano rivelano il disegno nella sua interezza. I molteplici punti di vista, ben delineati e mai confusionari, sono tanti quanti sono i componenti della famiglia Sai, e ci svelano le intime personalità occultate da un'apparenza che inganna, il lettore e i protagonisti.
Un romanzo affascinante, rilfessivo, intimo e commovente, un inizio foriero di aspettative per noi lettori avidi di penne di talento, in aspettativa di un prossimo scritto da una scrittrice che ha ancora tanto da regalare.