L'uomo invisibile - H.G. Wells

"Perché scrivere un post su L'uomo invisibile?" Si chiederà chi,  casualmente o di proposito, si ritroverà su questa pagina. Mi è capitato, durante la lettura di questo racconto, di leggere in merito al personaggio dell'uomo invisibile e di trovare riferimenti al film del '33 e del suo poco riuscito remake L'uomo senza ombra del 2000 senza un minimo accenno al racconto da cui è stato tratto. Dunque è sorto il dubbio che le nuove generazioni ignorino l'esistenza di questo capolavoro, nonché capostipite della fantascienza moderna.
Il mio approccio con Wells è iniziato già tempo fa quando la curiosità mi ha spinto a procurarmi altri due classici, La macchina del tempo e L'isola del dott. Moreau, e scoprirne quindi il suo genio. L'idea che il suo lavoro rischi di passare inosservato o, ancor peggio, dimenticato, è stata la forza motivante per poter esprimere il mio parere in merito.
Wells costruisce magistralmente il suo personaggio, mettendo su tratti della  personalità ben precisi e delineati, coerenti per tutto il racconto, e la trama, per quanto lineare e semplice,  ci conduce ad un crescendo di angoscia e pathos, che troverà il culmine nel suo epilogo.
Perché dunque leggere l'uomo invisibile? Perché l'invisibilità del protagonista è un pretesto per evidenziare l'incapacità dell'uomo nell'accettare il diverso e l'incompreso, e risulta essere uno specchio, con ben più di un secolo di anticipo, dei nostri giorni.