Corrispondenza - Camille Claudel

"... Leggo con stupore il suo resoconto sul Salon in cui mi accusa di essermi ispirata a un disegno di Rodin per la mia Clotho. Non avrei problemi a dimostrarle che la mia Clotho è un'opera assolutamente originale..."
Questo breve estratto dalla numerosa corrispondenza di Camille Claudel avuta con committenti, artisti, giornalisti, amici, direttori, riassume la forza e la determinazione di un'artista che è riuscita ad emergere dall'ombra del suo maestro, lo scultore Auguste Rodin. Resa nota dalla brillante trasposizione cinematografica dell'88 e da una seconda, meno fortunata, del 2013, la scultrice Camille Claudel affronta la vita come un torrente in piena: travolgente, vivo e drammatico, e non poteva essere diversamente per una donna di fine ottocento che si lascia incantare da un'arte fino a quel momento a completo appannaggio degli uomini. Rodin la assume come allieva in giovane età, ben presto ne diventa anche amante, e ne rimarrà innamorato fino alla di lui morte. In una sorta di romanzo epistolare si ripercorrono le tappe della vita tormentata dalle difficoltà economiche insieme al percorso artistico e all'evoluzione tecnica di Camille. Come sempre mi chiedo cosa dovrebbe attirare un lettore profano dell'arte, estraneo all'arte pittorica e ancor più, poiché forse più distante, all'arte scultorea. "Corrispondenza" ruota intorno all'arte di Camille, si nutre di essa, ritroviamo infatti lettere che descrivono la crescita di opere divenute fra le più importanti della produzione di Camille, come l'autobiografico L'Âge mûr o il tormentato La Valse, ma la vera protagonista di questa raccolta è la vita stessa di Camille, centellinata lettera dopo lettera, scoperta in un accenno, nella descrizione di uno stato d'animo e mentale.
Una vita tutt'altro che noiosa, in bilico forse, ma viva, attiva. L'amore nato dall'ammirazione per il suo maestro che non sarà immune da riprovazioni, negazioni, sotterfugi, e che avrà, almeno per Camille, un triste epilogo, come uno scotto da pagare per il grande talento, spesso accusato ingiustamente di plagio, come nell'estratto sopra, ma che è invece ispiratorio per Rodin. E quindi la pazzia, triste compagna di molti artisti, le manie di persecuzione nei confronti del suo maestro, nate probabilmente dalla vita in completa solitudine, se tale può essere definita la totale dedizione al suo lavoro e alle sue opere, con il conseguente internamento durato sino alla morte, in tarda età. Le lettere accorate scritte dal sanatorio, mai spedite dal personale, che palesano la malattia, sempre presente anche in vecchiaia, toccano l'apice della drammaticità. Una lettura difficile, impegnativa, non per lo stile, ma la portata emotiva, sempre in crescendo, e che strappa sicuramente qualche lacrima.
Vorrei spendere due parole per l'edizione. L'Abscondita è una casa editrice che pubblica documenti d'artisti, lettere, diari, e ne arricchisce i contenuti con foto, di opere e documenti, e note, conferendo un elevato tono documentaristico alle sue pubblicazioni. Edizioni che non sempre sono di facile reperimento, ma che custodiscono un prezioso tesoro. A chi capitasse di trovare pubblicazioni di questa CE su bancarelle o librerie non posso fare a meno di raccomandarne l'acquisto.

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