"Marvels" Kurt Busiek, Alex Ross

alex ross kurt busiek
Con questo post do il via alla nuova rubrica dedicata ai fumetti. Vorrei premettere che, per quanto ami i fumetti, non mi addentrerò nello specifico delle uscite degli albi regolari, in quanto richiedono una conoscenza e una costanza che non tutti sono riusciti ad avere nel mondo fumettistico, io incluso. Piuttosto vi parlerò delle uscite speciali che hanno catturato la mia attenzione, come appunto è l'oggetto di questo post, e di grafic novel conosciute o meno, nonché di serie manga. L'obiettivo è la semplice condivisione di un parere e di riuscire a conoscere, o anche a far conoscere, un mondo che solo recentemente è riuscito a non essere di nicchia.
Come inizio non potevo sottrarmi al compito di parlare di uno dei miei fumetti preferiti pubblicati dalla Marvel, scritto da Busiek ed illustrato da Alex Ross, un artista che si allontana dalla figura vera e propria del fumettista, ma che si avvicina di più a quella dell'illustratore iperrealista.
L'intera storia di "Marvels", racchiusa nella sua edizione originale in quattro numeri, abbraccia un lasso di tempo lungo ventanni, dagli anni cinquanta agli anni settanta, dall'apparizione del primo super-eroe, ovvero la Torcia umana originale, fino alla prima crisi degli eroi mascherati. Una rilettura originale dei primordi fumettistici delle "Meraviglie" della Marvel, dove conosciamo Phil Sheldon, giovane fotografo, che documenta, nel corso degli anni, la nascita e l'evolversi dei super-eroi.

I dialoghi e la sceneggiatura sono curatissimi, e se le prime edizioni peccavano di superficialità, in questo caso ritroviamo personaggi profondi, concreti, senza però allontanarsi dalla trama originale e dalle caratteristiche principali degli eroi in costume. Piccolo capolavoro costellato da curiosità. Fra le varie comparse che costituiscono lo sfondo dei protagonisti, ritroviamo, oltre a personaggi come Medusa degli Inumani o Devil in una foto su una scrivania o anche un accenno ad un episodio degli Avangers, anche personaggi realmente esistiti come i Beatles, Van Dick, Stan Lee, lo stesso Ross nei panni del Goblin e un tributo a Watchmen in un piccolo cameo con Owlman e Silck Spectre mentre il Submariner si accinge ad apparire sulla terra. La magistrale rielaborazione delle copertine storiche non sottrae il valore, più sentimentale che artistico, delle stesse, ma piuttosto ne accresce il valore, donando quel tratto realistico che spesso ricerchiamo nelle trasposizioni cinematografiche. Un fumetto che può essere letto, senza timore di incomprensioni, da tutti coloro che, sebbene mossi da passione, non hanno avuto la possibilità di seguire da principio la nascita dei propri eroi preferiti e per chi, avvicinatosi solo negli ultimi anni grazie  al cinema made in U.S.A., ha scoperto un mondo fino a quel momento ignorato.

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