"Stoner" John Williams

"Stoner"
John Williams
Fazi Editore
€ 17,50
"... La verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenzionsa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria, è il caso che abbiamo davanti" Questo è un estratto della postfazione di Peter Cameron a Stoner , e non avrei trovato espressione più appropriata per esrpimere la mia opinione non solo su questo romanzo, ma anche sulla miriade di romanzi che, dietro una trama avvincente e fantasiosa, in realtà celano scrittori mediocri. Come si è capito non è il caso di John Williams. Dimenticato per diversi decenni, l'ultima edizione è datata 1965, nel 2006 il New York Review Books lo ripubblica e arriva in Italia, girazie alla Fazi editore, esattamente un anno fa, nel febbraio 2012.

William Stoner è di modeste origini. Unico figlio di una coppia di contadini, è cresciuto in un ambiente che lascia poco spazio a gesti affettuosi e momenti di familiare intimità. Inizia la carriera universitaria alla facotà di agraria, ma l'abbandona per seguire un'inaspettata passione letteraria. Si laurea, diventa professore universitario, e nel frattempo si sposa e ha un bambina. Il matrimonio è un fallimento sin da principio, ma lo porta avanti con indolenza e pigrizia. La professione non gli offre nessuna possibilità di carriera, ma si fa trasportare dalla passione per ciò che fa. Una vita mediocre che non lascia nessun ricordo rimarchevole e che finisce nel silenzio e nell'apatia, così come è iniziata.

Ci sono casi in cui la trama della quarta di copertina di un libro può dare un'impressione fuorviante. Leggere di una vita mediocre può non sembrare interessante, sebbene Moravia ci abbia dimostrato il contrario, ma, come già detto nell'incipit di questo post, la prosa di Williams, viva, incisiva, reale, attira il lettore, coinvolge, fino a farlo emozionare e soffrire.  La realtà di Stoner, amara e indolente, risalta come un forte contrasto di un audace accostamento di colori. Si soffre con Stoner, si ama con Stoner, si vive con Stoner. Il trasporto emotivo parte sin dalle prime battute, e l'eleganza della scrittura, priva di snobbismo, rimane fino al termine. I personaggi, dal più marginale allo stesso Stoner, sono accuratamente ritratti, delineati, e si matura un'opinione di ciascuno di essi, spesso in contrasto con l'opinione che se ne fa il protagonista. Un esempio di scrittura che raggiunge livelli molto alti e che personalmente ho equiparato, benché con stili diversi, ad Hemingway, Salinger e McCarthy. Gli anni di dimenticanza devono essere riscattati includendo Stoner fra la più alta letteratura del secolo scorso. Che la consigli come lettura penso si sia ormai capito, e se ancora non è emerso dalle poche parole che son riuscito a spendere, è decisamente uno dei libri più belli che abbia mai letto.

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