"Il seggio vacante" J. K. Rowling

"Il seggio vacante"
J. K. Rowling
Salani editore
€ 22,00
Osannato, applaudito, pubblicizzato, esaltato. Di pochi libri sono state intessute le lodi come nel caso de Il seggio vacante. La Rowling, "madre" del mago più famoso del mondo e forte del suo successo, merito anche delle fortunatissime trasposizioni cinematografiche, questa volta smette i panni della candida autrice   di libri per ragazzi per vestire quelli di una scrittrice matura, impegnata, riflessiva (ci sarà riuscita?). Il suo primo libro "per adulti", definizione fuorviante che lascia viaggiare la fantasia (in tutte le "sfumature" possibili...), e il cui livello d'aspettativa era alto come non mai. I suoi fan ne sono rimasti abbagliati come San Paolo sulla via per Damasco. Personalmente cercherò di parlarne nel modo più obiettivo possibile

Pagford. Insignificante, minuscola, anonima cittadina inglese. E come in tutte le insignificanti, minuscole, anonime cittadine i pettegolezzi e le piccole ipocrisie sono all'ordine del giorno. Se poi i cittadini hanno più di uno scheletro nell'armadio, il problema potrebbe diventare preoccupante. Questo apparente ristagno della vita di provincia viene sconvolto quando Barry Fairbrother, uno dei membro del consiglio municipale, viene stroncato improvvisamente da un ictus. La corsa per occupare il seggio vacante farà emergere la vera natura degli abitanti della bucolica cittadina. Persone egoiste, spietate, in cerca di potere e approvazione incondizionata. Una comunità dove l'unico ad essere sempre stato irreprensibile sembra sia proprio il defunto.

Che la Rowling sappia scrivere, maturando uno stile e una padronanza linguistica, ormai è risaputo. Avventurarsi nel campo non facile dei libri più impegnati rispetto al racconto per ragazzi, però, è un'altra storia.  La trama, arricchita dalle introspezioni dei molteplici personaggi, risulta piatta. L'intenzione di mettere in luce un problema (che chiunque viva in un piccolo centro abitato prova sulla propria pelle) è stata fin troppo forzata. Pangford potrebbe essere benissimo l'entrata per l'inferno. Abitata solo da persone con inclinazioni malvagie, la cui unica anima candida è venuta a mancare. Quindi oltre alla piattezza, dove per buona metà del libro non succede assolutamente nulla, si aggiunge un'assoluta mancanza di realtà. Mettere in evidenza poi solo le caratteristiche negative dei personaggi non è stata una scelta felice. Odiare ogni singolo cittadino pangfordiano, insieme all'irreale situazione e alla piattezza, ha fornito più volte motivo di abbandono di questa lettura che arrancava agonizzante. Riuscire a finirlo è stata una sfida contro me stesso. Dopotutto non si può formulare un parere su un libro se non lo si è nemmeno finito di leggere. Speravo in una ripresa finale, ma, oltre a un inaspettato, tardivo e drammatico colpo di scena, la ripresa non c'è stata. Che non abbia capito lo spirito, il motivo, la profondità del romanzo? Tutto è possibile, il mio è ben lontano dall'essere un ipse dixit.

1 commento:

  1. Sono completamente d'accordo!! Sono rimasta piuttosto delusa da questo romanzo...!

    RispondiElimina

Lascia un tuo commento