In
un mondo post apocalittico, i sopravvissuti della razza umana si
aggrappano a due fedi religionse, il vecchio cristianesimo con il suo
messaggio di speranza, e una nuova religione, il SOW, che venera il Deus
Irae, colui che ha provocato la catastrofe nucleare stravolgendo le
sorti dell'intera umanità,... il cui messaggio è la speranza di essere
liberati dalle sofferenze con la morte.
Il protagonista è
Tibor, uno delle tante vittime delle mutazioni causate dalle radiazioni,
privo di braccia e di gambe sostituiti da arti artificiali e con le
quali riesce a dipingere e realizzare delle opere d'arti. Impegnato
nella realizzazione del ritratto del Deus Irae in una chiesa del SOW,
effettuerà un viaggio alla ricerca della divinità per poterne cogliere i
tratti più divini, più caratteristici e realizzare un ritratto che
possa avvicinare e suggestionare i fedeli.
Conteso fra le due
fedi, Tibor avrà modo di conoscere nel suo viaggio altri individui,
creature e intelligenze artificiali e scoprire la realtà del mondo che
lo circonda. L'epilogo sarà fuori da tutte le previsioni.
Dick
e Zelazny ci donano un racconto grottesco, ironico e allo stesso tempo
drammatico e riflessivo, senza tralasciare la genialità e l'accuratezza
che li caratterizzano. Un Dick diverso, il cui intervento di Zelazny è
evidente, le cui differenze con altri suoi lavori possono essere colte
con la conoscenza di altre sue opere. Ritroviamo l'atmosfera
fantascientifica cara a Dick, che però si distacca dal suo genere,
generalmente più cupo e pessimista, riuscendo in questo caso ironico,
quasi comico. La natura delle creature stesse diventa una sorta di
tratto caricaturale delle diverse tendenze umane. Un libro da
consigliare e non difficile da leggere.
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