Primo approccio con Anne Rice, autrice resa celebre per "Le cronache dei vampiri", di cui "Intervista col vampiro" ne è il primo capitolo.
Un'intervista
insolita per un giovane presunto giornalista. Il suo interlocutore è
niente meno che un vampiro, che deciderà di narrare la sua storia,
dolorosa, struggente e malinconica, nello scorrere dei secoli...
Diciottesimo secolo. Louis, giovane venticinquenne, è tormentato dai
sensi di colpa per la morte del suo fratello più giovane. In questo
momento di tormento e dolore l'incontro con il vampiro Lestat segnerà
una svolta nella sua vita. Affascinato da Lestat, dall'idea di
immortalità e dalla voglia di vivere, deciderà di diventare lui stesso
un vampiro. Ma si renderà conto che questa scelta di vita richiederà un
prezzo troppo alto. La sua sopravvivenza è eternamente legata alla morte
altrui, e questa condizione è per lui tanto dolorosa da desiderare di
tornare un mortale, desiderio che non vedrà mai la realizzazione. La
stessa convivenza con Lestat diventa per lui insopportabile, anche
quando Claudia, una bambina di cinque anni diventata vampira, gli farà
compagnia.
Ancora una volta sarà l'incontro con un vampiro a segnare
un ulteriore cambiamento nella vita di Louis, infatti quando si recherà
a Parigi, Armand e il suo Teatro di Vampiri decideranno le sue sorti.
Osannato
e celebrato da critici e lettori, le aspettative per "Intervista col
vampiro" erano alte, aspettative che sono state parzialmente deluse.
Lontano dall'essere un horror da brivido, è un romanzo che sicuramente
riesce ad essere cupo e profondamente gotico, la cui trama è piacevole,
accattivante e coinvolgente, ma che scorre troppo lentamente. Se ciò è
dovuto all'adattarsi della scrittrice al linguaggio e alla maniera di
dialogare del '700 questo può essere un pregio, come anche sarebbe
perdonabile la causa di una acerba esperienza, essendo questo il suo
primo lavoro. Un giudizio più chiaro lo si avrà quando avrò modo di
leggere il secondo capitolo delle cronache. Per ora il mio parere rimane
in bilico.
Una piccola nota negativa per l'edizione,
caratteristica che mi ha enormemente sorpreso considerando che le
edizioni Tea sono generalmente curate bene. Il testo è ricco di refusi,
parole stampate male o mancanti. Si spera che in futuro ci sia una
ristampa con un'edizione più curata, come la casa Tea e Longanesi ci
hanno abituato a conoscere.
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